“Stati d’Anima”

“Stati d'Anima” a cura di Sonia Zanello
Un incontro folgorante con un'anima pregna di sostanza, apparentemente ingenua, di sicuro travolgente: è questo l'impatto con la scultura della Casari, tanto giovane eppure così vulcanica nella produzione di progetti e nella formulazioni di idee. Strano ed affascinante appare sentire in lei come l'emozione e la riflessione abbiano cominciato da poco a procedere su binari convergenti, orientati nella direzione che il suo spirito, libero dal peso delle frivolezze, lascia intuire.

Le opere della Casari si muovono attorno allo studio del corpo-contenitore, quasi fenomeno e non noumeno di una realtà interiore ben più nobile, l'anima, che tuttavia ha bisogno del guscio-peccato per poter esistere.

Dopo un percorso formativo intessuto su angoli e spigoli, è ora la sfera, piena e invitante, ad assumere un ruolo di protagonista. Sferica è la rappresentazione del mondo e della posizione occupata in esso avvertita oggi dall'artista, consapevole delle proprie forze e serena interprete di una poesia che scaturisce a fiotti, a volte passando anche per la parola scritta, per impregnare però poi sempre la materia plasmata. L'argilla è l'elemento congeniale ad una Casari molto legata alla sua terra, della quale ama sfumature, odori, sapori ed umori con la sana meraviglia di chi scopre un'innata sintonia con il silenzio e la profondità.

“Stati d'anima” disegna le fasi di giorno in giorno ricomponibili di un modo di essere a tu per tu con la realtà, ora più forte di te, ora più debole, ora introiettata, ora rifiutata nel simbolo evidente di una sfera scura, importante, dolce e prepotente al tempo stesso momento della riflessione, dei ripensamenti e delle ripartenze., del colore della terra e dell'anima di oggi: un marrone che ricorda l'autunno, il

L'inconscio amore da un lato per il sospeso passaggio dalla potenza all'atto e dall'altro per il concetto di reversibilità del fatto pervade “Il salto” e “La scelta”: nella prima opera la sfera è libera di rotolare all'indietro rispetto al percorso suggerito, nella seconda sembra guardare sorniona al foro attraverso cui può, ma non deve passare.

Pirandelliana nella convinzione che riflettere non è agire e che perciò scolpire è vivere, la Casari cammina lungo il sentiero del poter-essere senza debiti formativi nei confronti di qualche modello artistico. Rimane la coscienza critica il fondamento della sua poetica, che ripropone nell'uomo-albero la radicalità delle proprie idee e il respiro delle proprie ambizioni, librate oggi nella dimensione della tranquillità interiore.

Di legno odoroso, vivo e fresco è la parte naturale dell'uomo intuita in “Riflettere”: lunga e sbreccata, conosce i segni delle gioie e del dolore dell'anima che ha patito; di acciaio, più lucente ma anche più corta, è invece la parte che simboleggia l'artificiosità umana, davvero più appariscente, ma più limitata, meno importante della verità sottesa. L'ottimismo e la giovinezza dell'autrice si leggono in “Oltre la luce” nella piccola figura al vertice, che, di fronte ad una rete lacerata, aleggia la possibilità di redimersi e recuperare finalmente una spiritualità altrimenti perduta.

Elegante e calda, “Chicco” emana il profumo del pane, ricco della vita che il rosso accende senza scottare; in “Nido” l'uomo-donna si divincola e rimane abbracciato alla materia, quasi temesse di perdere la voluttuosa protezione di una spirale che sempre firma la produzione della Casari.

E con parole d'inchiostro, di argilla, di pietra, di cuore, la giovane artista scrive brano a brano la sua storia in continua evoluzione con uno sguardo al passato, una proiezione al futuro, l'energia del presente.




back